Un paio di anni fa, venni contattato dagli amici di GuidaNaturalistica.it per disegnare il nuovo logo del gruppo e così conobbi la loro interessante attività: escursioni guidate -adatte praticamente a tutti- in alcuni luoghi molto suggestivi del Friuli Venezia Giulia. Essendo questa regione piccola, ma molto varia, è possibile (anche in base alle stagioni) partecipare a ciaspolate, camminate in montagna, oppure escursioni in canoa al mare, in laguna o sui fiumi.
C’è di tutto: basta averne la voglia ed il tempo.
Finalmente, con un sabato liberissimo, capisco che (anziché uscire in solitaria con il sup) era arrivato il momento giusto per provare una delle loro gite e così ho avuto il piacere di poter ammirare i due castelli di Duino (quello “vecchio” e quello “nuovo”) e le falesie, da un punto di vista differente: dalla canoa. La visuale che si ha in canoa non è estremamente diversa da quello che si ha uscendo con lo stand up paddle (anche se, stando seduti invece che in piedi le cose comunque cambiano) ma è del tutto differente daquella che si ha normalmente.
Il ritrovo è stato fissato presso il Villaggio del Pescatore, dove sono state messe in acqua le canoe ed e sono stati dati alcuni rudimenti circa il modo di affrontare questa disciplina. Il mio problema principale è che, abituato ad uscire con il sup, avevo la tendenza a cambiare il lato di vogata (tipo 5 o 10 pagaiate a destra e 5 o 10 a sinistra), ma è vietatissimo! Con la canoa canadese una persona rema a destra e una a sinistra, in caso puoi scegliere di cambiare ma non puoi alternare sul momento come invece fai sulla tavola.
L’itinerario ci ha visto pagaiare per soli 5 km totali alla fin fine, durante i quali però abbiamo potuto ammirare Duino, entrare in una piccola grotta aperta sul mare, vedere i due castelli, le falesie e fare il bagno da una fantastica spiaggia accessibile solo dal mare (in realtà c’era anche qualcuno che si calava a piedi, ma la situazione era veramente al limite del farsi malissimo).
Al castello di Duino è legata anche la leggenda de “La Dama bianca“, la moglie di uno dei signori del maniero, gettatatasi per disperazione nel mare ma trasformata dagli dei in volo in una roccia visibile tutt’oggi nella baia.
I castelli appunto sono due: uno abbandonato e quindi forse più intrigante, e uno tutt’ora abitato. Entrambi sono visitabili. Le due costruzioni sono legate alla famiglia dei Thurn und Taxis che si occupava dei servizi postali ai tempi dell’impero austro-ungarico. Dato che molte persone erano solite viaggiare utilizzando i convogli postali, si dice che sia rimasto nel parlato dei giorni nostri la frase “Prendo un taxi“. Sarà vero? Pensarlo fa molto figo. Ma anche il mio amico Luca de MiPrendoEmiPortoVia, a suo modo lo può testimoniare avendo viaggiato in Norvegia all’interno del famoso cargo postale del luogo. Anche se chissà come lo si dice in norvegese.
Se conosci la costa del Friuli Venezia Giulia (con Lignano e Grado in testa) saprai che è più o meno bassa e sabbiosa come un poco accade anche in Veneto ed in Emilia Romagna. Da questo punto in poi invece la costa si alza notevolmente, e le rocce arrivano a strapiombo sul mare e parleremo delle Falesie. Da qui infatti inizia la Riserva naturale delle Falesie di Duino con la bianca roccia calcarea grande protagonista. Lungo il ciglione delle Falesie, tra il Castello nuovo di Duino e la baia di Sistiana, si snoda anche il sentiero Rilke, dal quale si può ammirare il panorama sul golfo di Trieste, dalla foce dell’Isonzo fino a Punta Salvore in Croazia (bel tempo permettendo).
In caso di maltempo le uscite vengono annullate, quindi il livello di “pericolo” è veramente basso.
Direi che potrebbero bastare il costume, una maglietta (stando in mare alcune ore, la scottatura è dietro l’angolo), dei sandali o le scarpine da scogli e magari anche un cappellino per non cominciare ad avere visioni causate da un qualche colpo di sole.
Action Cam per filmare il tutto e/o smartphone con cover subacquea per portare a casa qualche ricordo sono quasi doverosi. Ho anche potuto vivere l’esperienza di utilizzare la fascia da testa per la GoPro: quello splendido gadget che ti fa sentire un minatore2.0 (o più facilmente un demente) che però in occasioni come queste può aiutarti a fare delle foto e dei filmati molto belli.
Il giubbottino di salvataggio, così come le pagaie (e ovviamente le canoe), ti saranno forniti dagli amici di GuidaNaturalistica.it.
Questo post non è una marketta, ma vivendo in questa regione e conoscendo le difficoltà che si hanno nel portare avanti i propri progetti lavorativi, cerco di supportare gli amici che – mettendoci cuore e anima – cercano di farla conoscere e, perché no, di riuscire a viverci.
Puoi scegliere di visitare i luoghi di cui ho scritto da solo, con gli amici di Guida Naturalistica, o con altre guide (ammesso che ce ne siano, lo ignoro): a me non porta personalmente un ritorno. Però fallo, perché invece tu ti arricchirai di una bellissima esperienza che, se vivi in FVG, si trova a pochi km da te.
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