Mentre la mia città si appresta a festeggiare il Carnevale con una giornata quasi primaverile, io mi metto in viaggio verso Livigno, dove parteciperò a MaseratiQ4, evento che darà la possibilità a me (come @igersfvg), Orazio Spoto (@igersitalia) e Franco Colla ( igers Ferrara) di testare la nuova Maserati.
Mettersi in viaggio é sempre un atto di fede e di speranza, soprattutto se viaggi in Italia. Treno, automobile o aereo fa poca differenza: come saprete meglio di me, l’imprevisto é sempre dietro l’angolo.
Il primo problema di quando si va a prendere il treno é dove lasciare l’automobile in stazione.
Siccome viviamo in una società dove tutto deve essere reso difficile, in prossimità delle stazioni ci sono sempre pochissimi parcheggi e di questi molti sono a pagamento. Se tu devi stare via alcuni giorni é probabile che il tuo appezzamento di asfalto in affitto costi tanto quanto un volo diretto a Stoccolma. I posti non a pagamento hanno altre problematiche: ci sono quelli con sosta massima di 60 minuti (che nelle zone attorno alle stazioni é pura manna per i vigili) e poi ci sono i problemi relativi al passaggio della spazzatrice meccanica. Quest’ultima é uno dei peggiori mali del mondo moderno, in quanto non sai mai quando passa. In realtà i cartelli te lo segnalano, ma ogni via prevede un giorno diverso (nonostante siano adiacenti). E il giorno non è mai, ad esempio, il 20 del mese bensì il terzo venerdì dei mesi che hanno come terza lettera la R, il secondo martedì dei giorni che finiscono per “e” ma solo negli anni bisestili, o il quarto lunedì dei mesi che iniziano con “ma” ma non finiscono per “rzo”.
Quando avrete finito di decifrare, il vostro treno sarà lontano oramai una cinquantina di chilometri.
Trovato parcheggio, il vostro cervello libererà un poca di RAM e comincerete a prendere coscienza di aver dimenticato qualcosa.
Nel mio caso, i guanti. Che per uno che sta per andare in montagna non é male come dimenticanza. In realtà per un poco li ho cercati ma poi, preso dal tedio, ho deciso di andare senza perché “tanto ho sempre le mani calde”, “non farà poi così freddo“, “terrò le mani in tasca” e per finire “mal che vada li compro là“.
Modello kamikaze occidentale, più e più volte sono andato verso situazioni di disagio assoluto con consapevolezza, sapendo che avrei potuto evitarlo con facilità, ma non avendo voglia di risolvere il problema.
A questo punto arrivate in stazione e trovate questi famosi “binari” sul pavimento.
Per anni sono stato certo fossero delle piste per facilitare lo scorrimento delle rotelle dei trolley, poi mi hanno spiegato che servono per direzionare i bastoni dei non vedenti. Mettiamo che sia anche vero, questo comunque non va a smentire la mia teoria, che comunque ha un certo fascino e molta ignoranza.
Entrati in treno scoprite che il vostro posto non é da solo, come vi aveva mostrato in grafica lo “splendido” sito di trenitalia, bensì in linea con altri due. Voi lo avevate scelto appositamente per crearvi un personalissimo eremo su rotaia e invece prima o poi qualcuno verrà alla vostra destra rompendovi inesorabilmente i maroni. Questo qualcuno arriva dopo un’ora, a Padova, e si lamenta subito del fatto che si debba sedere vicino a voi “quando invece il treno é pieno di posti liberi“. Scusi se esisto.
Il resto é storia nota: tra un’ora arriverò a Milano e da li faremo rotta su Luino.
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