Volevo raccontarvi un sogno: non l’ho fatto oggi e nemmeno ieri. E’ un sogno che feci veramente tanti anni fa, penso circa una decina, però è talmente assurdo che mi dispiacerebbe venisse perso nei secoli dei secoli.
Location: SELZ, il Campetto.
Si proprio Selz, come l’acqua, solo che qui parliamo di uno di quei campetti per giocare a calcio VERI, e come tutti i campetti VERI, di acqua non se ne è mai vista, tranne quando piove. Per favi un’idea il campetto di Selz è il classico campo da calcio molto amatoriale nel quale ci sono due porte di grandezza stronza, nè da calcio a 11 nè da calcio a 5, probabilmente (ma non sicuramente) da calcio a 7, senza la rete, con la ruggine che emerge alla base dei pali. La lunghezza del terreno di gioco è molto discutibile, come la presenza di dossi e buchi sparsi; di erba a volte ce n’è, non in area di rigore chiaramente, ed è dura come setole di acciaio delle spazzole per pulire le griglie. Le righe non si sono mai viste e su un terreno simile si gioca dai 2 contro 2 ai 12 contro 12: tutto campo, of course. Bene, in questo campetto si sono disputate alcune delle più mitiche partite della mia esistenza e, data la location, non poteva essere altrimenti.
Ma torniamo al sogno.
Dicevo: location SELZ – the campet – partita come sempre furibonda, caratterizzata da un caldo ancestrale e da polvere di terra nell’aria (non c’è erba) che rende tutto più epico. Io all’epoca non giocavo solo in porta, e nell’occasione porto palla con la mia classima maglia viola del Real Madrid con il numero 7 del mito vivente Raul Gonzales Blanco. Dialogo con il mio amico Paolo (dialogo=serie di passaggi) arrivo in prossimità dell’angolo destro dell’area di rigore… e lì avviene lo spettacolo.
Invece che proseguire mi accentro, mi fermo, mi volto e passo palla all’indietro.
Perchè?
Ora arriva il bello.
Passando palla, e dovete vedere proprio una palla che rotola in questo momento, urlo :”SANTITA’ CI APRA LA PORTA PER IL PARADISO!“.E qui lo spettacolo.
Passate l’inquadratura da solo il pallone che rotola a una ripresa verso l’orizzonte, dovete vedere una nuvola di polvere giallastra con delle sagome e da questa ne se scorge una più grande, che esce dalla nebbia e correndo all’impazzata arriva verso la palla: è il Papa. E parlo di Giovanni Paolo II, vestito di bianco, con bastone papale dorato in mano e mitra in testa (la mitra è il tipico cappello a punta che ha il papa).
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dopolapioggia
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VaLe
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