Instagram: inserire il watermark sulle foto

Entriamo subito nel vivo del discorso senza perdere tempo: ogni secondo perso sono like non dati e like di scambio non ricevuti.
Apporre il watermark su una propria immagine ha fondamentalmente due funzioni: la prima è suggellarne la paternità, la seconda è rovinarla in modo clamoroso.
Ma vediamo i fatti nello specifico.

Che cos’è il watermark?

Il watermark digitale è una specie di firma che puoi inserire sopra alle tue immagini per certificarne l’originalità e cercare di rendere più difficile il loro furto da parte di terzi. Insomma: sono quelle scrittine che vedi poste, spesso in modo pirotecnico, sopra alle immagini pubblicate non solo su Instagram, ma su moltissimi siti e social network in generale.
Solitamente un watermark è trasparente o semitrasparente, a seconda dei gusti dell’autore, come a piacimento dello stesso avverrà la sua collocazione.

Dove impaginare il watermark

  • A MARGINE

    Uno dei metodi meno invasivi per l’inserimento del watermark è quello di inserirlo quasi a filo, in prossimità di uno degli angoli dell’immagine. Solitamente viene inserito in basso a destra ma potrebbe essere benissimo posto in uno degli altri angoli.
    Pro
    Questo posizionamento è ottimo perché la scritta non andrà ad interferire con elementi fondamentali per la lettura del tuo scatto, resterà marginale ma comunque visibile.
    Contro
    Essendo a margine potrà essere facilmente “rifilato” via da parte di chi vorrà rubarti la fotografia. Gli basterà infatti, con un qualsiasi programma demenziale di editing, eliminare un paio di file di pixel per rimuovere la tua paternità.
  • AL CENTRO

    Un metodo molto invasivo, ma più sicuro, è quello di inserire il watermark in posizione centrale della tua immagine.
    Pro
    La sua rimozione da parte di terzi sarà molto complicata in quanto non può essere semplicemente tagliato via ma dovrebbe essere eliminato utilizzando strumenti come il timbro clone di Photoshop. Trovandosi molti elementi, e dettagli, al centro dell’immagine non sarà quindi facile farlo sparire, a questo si aggiunga il fatto che un buon utilizzo del fotoritocco non è cosa di tutti e otterremo una maggior sicurezza garantita.
    Contro
    Lo sputtanamento dell’immagine è assoluto.
    Personalmente lo aborro forte, capisco il suo uso da parte di fotografi che mettono la bassa risoluzione come anteprima sul web per vendere poi l’immagine in alta definizione prima di watermark. Capisco un poco meno quando lo fanno persone che usano solo Instagram o i social, condividendo immagini in bassa risoluzione che vengono rovinate da queste scritte.

Scammuffi

Orange in the new orange, colors palette.

Una foto pubblicata da Andrea "Style1" Antoni (@stailuan) in data:

Genericamente non utilizzo watermark sui miei scatti, l’ho fatto alcune volte in passato inserendoli in basso a destra.
Attualmente lo inserisco solo sulle immagini che creo giocando con le mazzette Pantone, in quanto riconosco in queste composizioni qualcosa di veramente personale e che mi darebbe abbastanza fastidio vedere utilizzate senza il mio permesso da altri. Per i paesaggi, per quanto alcuni miei scatti siano piacevoli, vige in me più o meno lo “sticazzi”.
Resta il fatto che ho trovato questo “scammuffo” di ottimo impatto che è dato dalla sostituzione della scritta PANTONE, posta sulla parte superiore delle mazzette, in posizione centrale, con il mio nickname @STAILUAN utilizzando la stessa font. Data la dimensione delle immagini sullo schermo di uno smartphone quasi nessuno si accorge dell’accorgimento, però è li, che vigila sulla paternità e non è nemmeno banalissimo da rimuovere.
Prova a ragionare se sia possibile fare qualcosa di simile anche con i tuoi scatti.

Font


Partiamo dal fatto che il watermark è sempre un intruso, e come gli intrusi da sempre fastidio. È un ospite che ti arriva a cena senza preavviso e ti cammina pure sul tappeto con le scarpe sporche di fango. La sua presenza è fastidiosa e rovina irrimediabilmente l’immagine ma si possono limitare i danni: usando font “semplici” ad esempio.
Per semplici intendo bastone, per bastone intendo HELVETICA.
Punto.
Il tuo atto artistico è l’immagine, non anche l’utilizzo della tipografia. Non cercare qualcosa di elegante, raffinato, strano, diverso, per dare un tocco chic in più alla tua magia fotografica.
Devi inserire una scritta che si legga. Perché se non si legge che cazzo hai scritto, allora tanto vale che non metti niente. Non usare dei calligrafici assurdi, non apporre dei loghi maledetti (a meno che tu non pubblichi per conto di un brand), non fare niente. Ogni azione casuale in più sarà un errore in più e (almeno) un like in meno.
Scrivi in piccolo, ancora un poco più piccolo, in bianco o in nero a seconda del contesto, usa le trasparenze.
Non fare danni, non fare niente: se proprio non usi il watermark è meglio.

Applicazioni

Ringrazio per la foto Alessandra Polo.


Esistono molti software e applicazioni per inserire watermark sulle immagini: te ne elenco alcuni che conosco, ma tieni conto che non è detto siano i migliori e che – appunto – ci sono centinaia di altre possibilità.
Escludendo Photoshop (con il quale puoi fare un poco tutto), puoi farlo con la famosissima Snapseed (funzione “testo | download per iOS | download per Android), con Over (un’app che ha come unica funzione quella di inserire testi sopra alle immagini e quindi risulta molto completa e ti da veramente tante opzioni di intervento), con Phonto (app gratuita che permette di aggiungere il testo alle proprie immagini, utile strumento per fare le cartoline i famosi “saluti da…”), oppure con Watermark (permette di inserire un logo, una scritta o scegliere tra molti modelli messi a disposizione dagli sviluppatori. È gratuita ma richiede il pagamento per sbloccare alcune feature e soprattuto la rimozione del loro logo che altrimenti sarà automaticamente applicato.| download per iOS | download per Android)

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