Entriamo subito nel vivo del discorso senza perdere tempo: ogni secondo perso sono like non dati e like di scambio non ricevuti.
Apporre il watermark su una propria immagine ha fondamentalmente due funzioni: la prima è suggellarne la paternità, la seconda è rovinarla in modo clamoroso.
Ma vediamo i fatti nello specifico.
Il watermark digitale è una specie di firma che puoi inserire sopra alle tue immagini per certificarne l’originalità e cercare di rendere più difficile il loro furto da parte di terzi. Insomma: sono quelle scrittine che vedi poste, spesso in modo pirotecnico, sopra alle immagini pubblicate non solo su Instagram, ma su moltissimi siti e social network in generale.
Solitamente un watermark è trasparente o semitrasparente, a seconda dei gusti dell’autore, come a piacimento dello stesso avverrà la sua collocazione.
Genericamente non utilizzo watermark sui miei scatti, l’ho fatto alcune volte in passato inserendoli in basso a destra.
Attualmente lo inserisco solo sulle immagini che creo giocando con le mazzette Pantone, in quanto riconosco in queste composizioni qualcosa di veramente personale e che mi darebbe abbastanza fastidio vedere utilizzate senza il mio permesso da altri. Per i paesaggi, per quanto alcuni miei scatti siano piacevoli, vige in me più o meno lo “sticazzi”.
Resta il fatto che ho trovato questo “scammuffo” di ottimo impatto che è dato dalla sostituzione della scritta PANTONE, posta sulla parte superiore delle mazzette, in posizione centrale, con il mio nickname @STAILUAN utilizzando la stessa font. Data la dimensione delle immagini sullo schermo di uno smartphone quasi nessuno si accorge dell’accorgimento, però è li, che vigila sulla paternità e non è nemmeno banalissimo da rimuovere.
Prova a ragionare se sia possibile fare qualcosa di simile anche con i tuoi scatti.
Partiamo dal fatto che il watermark è sempre un intruso, e come gli intrusi da sempre fastidio. È un ospite che ti arriva a cena senza preavviso e ti cammina pure sul tappeto con le scarpe sporche di fango. La sua presenza è fastidiosa e rovina irrimediabilmente l’immagine ma si possono limitare i danni: usando font “semplici” ad esempio.
Per semplici intendo bastone, per bastone intendo HELVETICA.
Punto.
Il tuo atto artistico è l’immagine, non anche l’utilizzo della tipografia. Non cercare qualcosa di elegante, raffinato, strano, diverso, per dare un tocco chic in più alla tua magia fotografica.
Devi inserire una scritta che si legga. Perché se non si legge che cazzo hai scritto, allora tanto vale che non metti niente. Non usare dei calligrafici assurdi, non apporre dei loghi maledetti (a meno che tu non pubblichi per conto di un brand), non fare niente. Ogni azione casuale in più sarà un errore in più e (almeno) un like in meno.
Scrivi in piccolo, ancora un poco più piccolo, in bianco o in nero a seconda del contesto, usa le trasparenze.
Non fare danni, non fare niente: se proprio non usi il watermark è meglio.
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