Molti di voi mi conoscono come writer, altri come grafico freelance, altri per motivi ancora differenti, i più fortunati proprio non mi conoscono, ma diciamo che in pochi sanno che sono pure un Pellegrino Compostellano. Perché il Pellegrinaggio è una cosa che si fa e diventa un’azione passata, ma Pellegrini è una cosa che si continua ad essere, più o meno nel profondo dell’animo.
Ho percorso il Cammino di Santiago (quello francese) nel 2004 e nel 2005 e, anche se può sembrare strano, ci ho addirittura fatto la mia tesi di laurea: “Santiago de Compostela: dal pellegrinaggio religioso al peregrinare on line“. Tutto questo per dire cosa: per dire che in questo post leggerete un sacco di idiozie, ma soprattutto moltissime cose che non troverete mai nelle guide e nei forum che trattano questo argomento, e che a dirle non è l’ultimo arrivato, ma il penultimo.
Perché esco ora con questo post? Perché il Pellegrinaggio a Santiago de Compostela, per moltissimi, è diventato una sorta di vacanza alternativa, che va in ballottaggio con Ibiza e Marbella e viene scelto perché a pari prezzo stai via di casa più tempo e sei molto più cool. Di conseguenza se volete farlo bravi, ma è giusto che siate informati.
Intanto ecco la prova: io venticinquenne seduto a fianco della pietra “Km zero” del Cammino, che si trova proprio davanti alla Cattedrale a Santiago de Compostela.
Perché hai fatto il Cammino di Santiago? Una notte feci un sogno: camminando con un bastone arrivavo in cima ad una collina dalla quale vedevo una città che aveva una cattedrale luminosissima. Mi svegliai e lo dissi a mia madre. Inizia a informarmi, sembrava che il mio sogno indicasse Santiago de Compostela. Città Santa che si vede per la prima dalla cima del monte Gozo dopo un cammino di 800 km.
Una chiamata divina? Troppi documentari in tv? Non mangiare troppo pesante la sera? Mi sono inventato una cazzata? Sono tutte ipotesi validissime, ma i fatti sono questi.
Seguirono un pochi di preparativi, l’anno dopo partii per Santiago.
- Non fate come me: non partite in ottobre.
Il primo anno partii in ottobre per svariati motivi. Fondamentalmente partirete dall’estremo est della Spagna per arrivare all’estremo ovest. Man mano che avanzavo, avanzava pure il calendario, più passava il tempo e più diventava freddo e soprattutto più cresceva il vento che arriva direttamente dall’Oceano, senza passare per il via. Se avete il vento contro con 40 gradi estivi è un discorso, se lo avete contro (e siete in bici) e la temperatura crolla già verso i 10 (o meno gradi) la cosa diventa meno piacevole.
- Dov’è Santiago? Non si sa, forse lo ha rubato Carmen San Diego.
Se andate a Compostela a fare “ciao” con la manina al Santo, sappiate che al 98% delle possibilità il buon Giacomo non è li a fare “ciao” a voi. Cioè ci vuole un atto di fede clamoroso. Che sia un luogo particolarmente spirituale è certo, ma che il corpo di San Giacomo si trovi effettivamente lì è cosa improbabile. Oltre che Compostela infatti, si dice che un corpo decapitato sia custodito nella piccola chiesa di Echirolles, in Francia, e gli abitanti del luogo affermano che la testa si trovi dove? A Compostela. A Compostela dove? Non si sa. A Saint-Sernit di Tolosa invece si dice siano custoditi i corpi sia di San Giacomo il Maggiore che di San Giacomo il Minore, tanto per andare sul sicuro. Ma corpi di San Giacomo sono venerati anche ad Angers e a La Chapelle d’Angillon. Non dimentichiamoci che le città di Arras e Aire-sur-la-Lys e la cattedrale di Tolosavantano di essere in possesso della testa del Santo.Con questo cosa voglio dire? Niente, potete trarre da soli le conclusioni direi.
Ma prima di chiudere questo punto penso sia divertente ricordare che la diatriba sulla presenza o meno delle reliquie in Compostela è cosa secolare: per ricordarne solo un passaggio dei tanti, nel 1601 la tomba venne aperta e trovata vuota. Si disse che il corpo era stato precedentemente rubato, attorno al 1589, quando l’ammiraglio Drake progettò di distruggere la città (da “Annales du Midi”). Negli anni successivi si tornò ad affermare che le reliquie fossero presenti ma che fossero “così ben nascoste che nessuno le può raggiungere“. LOL. Saranno in Cina.
- Se volete fare il Cammino per fare gli alternativi, siatelo fino in fondo e non fate il Cammino Francese: è il tragitto più commerciale. E’ il meglio servito di Ostelli, Alberghi e segnaletica, ma è anche percorso da una quantità di persone che veramente non potete averne idea prima di andare li.
- Non andate in bicicletta.
Io ho fatto l’errore di fare il primo tentativo proprio pedalando, fallendo miseramente causa il freddo e la malattia. Mi sono fermato ad Astorga, circa al km 500 dovendo battere ritirata prima di morire di stenti e di influenza. Il problema non è tanto che io abbia fallito, quanto che pedalando non vivrete il vero spirito del pellegrinaggio in sè, che è la cosa particolare di questa esperienza, e ve lo posso confermare in quanto l’anno dopo sono tornato a concluderlo a piedi.
- Un altro ottimo motivo per non recarsi in Spagna in bicicletta è che vige la norma che negli ostelli prima si lascia il posto ai pellegrini a piedi, poi a quelli in bicicletta. Questo è pensato per venire incontro a una persona che non trovando posto, dopo aver camminato per 30 km avrebbe le sue difficoltà a dover andare all’ostello successivo distante 3 km, che non saranno tanti, ma dopo 30 sono tantissimi. Una persona in bici invece può farli più tranquillamente e quindi fino a una tot ora vi rimbalzeranno avanti. Che poi voi, come me, abbiate 40 di febbre e stiate pedalando a 10 km/h vedendo i mostri all’orizzonte e chiedendo di fare testamento non ha importanza, vi diranno che non possono farvi entrare perché hanno la precedenza quelli a piedi.
Non andrò a parlar male della mancata carità cristiana, parlo proprio di mancanza di buon senso.
- Lungo le mesetas la gente impazzisce.
Le meseta sono degli altopiani, mi sembra attorno agli 800m sul livello del mare (ma potrei sbagliarmi). Praticamente c’è così tanto vento che le colline sono state smussate e sono diventate piatte, voi avrete sti paesaggi assurdi (brulli modello marte in Ottobre, carichi di grano in estate) dove camminerete per chilometri e chilometri nel nulla. Ma per nulla intendo il nulla. Per nulla intendo un sentiero dritto che si perde all’orizzonte, senza punti di riferimento. E andrete fuori di testa perché il paese dovrebbe essere vicino ma non lo vedrete mai. Non lo vedrete finchè non sbatterete il naso sul campanile: in pratica come finisce la meseta, il suo versante va giù di colpo 50 metri e li sotto c’è il paese. Conobbi un tale che si bullava di fare 50 km al giorno, non 25 come me, ma che mi disse che dopo averli fatti per 4 giorni di fila prese la tendinite e dovette andare all’ospedale e stare fermo 14 giorni. Poi riprese a farne 50. E non si rendeva conto di quanto fosse mal, era convinto di essere un figo.
- L’invidia del zaino.
Dovete capire che quasi tutti i pellegrini non vanno a Santiago per fede, vanno per dire di esserci andati, di essere dei superuomini che hanno fatto 800 km negli stenti, di essersi scoppiati vesciche, di aver camminato sotto il sole, di aver usato fasciature per le ginocchia e di aver sofferto la sete: insomma di essere migliori di coloro che non lo hanno fatto. Ma come se non bastasse questa divisione dell’umanità, ne praticano un’altra, basata sulla malsana competizione dello zaino, che è l’unica cosa che uno ha quando si trova li. Di conseguenza più il tuo zaino è grousso, più sei un pheego, perchè manco fossi una testuggine ti porti appresso un guscio della madonna, pardon, di Santiago.
Pensate che siccome gli spagnoli non sono stupidi, anzi, hanno messo in piedi praticamente lungo tutto il tragitto dei servizi di “navetta” che per uno o due euro, ti portano lo zaino all’ostello successivo, in modo che tu puoi affrontare la tappa senza il peso. “Oh che figata” direte voi. L’ho detto anche io e infatti più di una volta, in giornate in cui ero veramente mal messo, ho smollato il cash al tipo, mi son fatto i miei bei 30 km a piedi trotterellando manco fossi una ballerina volante e di sera all’Ostello prescelto mi son trovato lo zaino.
Potete farlo, anzi piuttosto che morire fatelo: ma sarete dei reietti. Tutti vi guarderanno con odio e con schifo. “Eh facile così, così son buoni tutti” mi è stato detto. Ma queste sono parole di persone di 40-50 anni eh. Facile si, ma la differenza tra l’uomo e la bestia è proprio che abbiamo un cervello evoluto che ci permette di risolvere in modi tecnologici le situazioni. Se tu, in nome del tuo stupido ego, vuoi fare il Cammino mettendo la gamba destra in una tagliola e spararti nel piede sinistro, liberissimo di farlo, ma non è che io sia un baro, è che tu sei un coglione.
- Gli ultimi 100 km.
Il Cammino in sè è un casino, i credenti infervorati vi diranno che grazie alle preghiere e allo Spirito Santo non avrete problemi, la realtà è che avrete male alle ginocchia, male alla schiena, male ai piedi, vesciche, tendiniti, vi scotterete per il sole e chi più ne ha più ne metta. Ma questo non basterà per uccidervi e voi, coriacei pellegrini, arriverete agli ultimi 100 km del viaggio.
Che cosa ha questa tappa di tanto speciale? Niente, o meglio tutto.
Qualcuno ai piani alti ha stabilito che per ricevere la Compostela (che Certifica il compiuto pellegrinaggio alla tomba dell’ApostoloSan Giacomo) bisogna percorrere almeno gli ultimi 100 km del Pellegrinaggio. Ora a fare uno più uno non ci vuole tanto: se la quantità di persone che fanno questo viaggio è immensa, quella che percorre solo gli ultimi 100 km per di avere la Compostela, è astrusa.Qual’è il problema principale di questo fatto?Il problema è che voi arriverete a questo punto del tragitto più o meno sfatti dalla fatica, ma orgoglioni nel cuore perchè dopo che ne hai fatti 650, pensar di doverne fare solo 100 non dico sia una bazzecola, ma sono comunque 3, massimo 4 giorni di viaggio: è fatta insomma. E’ fatta un paio di palle. Voi sarete lenti e zoppi, questi qua saranno freschi, riposati, aitanti e porteranno zaini almeno la metà meno pesanti dei vostri, riempiranno gli ostelli e cammineranno più svelti di voi. Questo è un problema che inizia a presentarsi già nei km precedenti, ma esplode negli ultimi 100. Per sopravvivere non so cosa fareste voi, ma io risolsi la questione svegliandomi sempre più presto, arrivando al caso limite di quando mi alzai alle 4 del mattino mettendomi in viaggio nel buio più totale nel bosco, per arrivare tra i primi all’ostello e poter prendere posto. Detto ora dopo 7 anni fa ridere, vi giuro che in quei momenti invece snocciolavo rosari, ma non propriamente di preghiere.
Credete sia finita qui?
No, non lo è, ma il resto è un’altra storia, o meglio il prossimo post.
Enjoy.
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25 Comments
http://sullastrada1.blogspot.it/2012/07
Per quanto mi riguarda – tralasciando le bestemmie sparse un po’ ovunque e il modo approssimativo in cui scrivi – non hai capito nulla dello spirito del cammino di Santiago. Quando ho letto il titolo, speravo di trovarci qualche aneddoto o analisi gustosa per farsi 2 risate tra pellegrini, in realtà vi ho trovato solo delle banalità. Mi fa ridere che tu sostenga di essere più intelligente di altri perché ti sei avvalso del servizio di trasporto zaini. Allora perché, per essere ancora più intelligente, la prossima volta il cammino non lo fai con la motocicletta? Non contano i km fatti, contano i sacrifici, la fatica, la penitenza e l’umiltà. Arrivare a Santiago è relativo, ciò che conta è il percorso di crescita che è lo stesso cammino a darti, mesetas comprese. Ad ogni modo, che il prossimo cammino ti sia più utile. Cià
stailuan
Io non ho capito lo spirito del Cammino di Santiago e tu no nhai capito lo spirito del post.
Ad ogni modo va bene: la prossima volta prenderò la motocicletta così poi scriverò un altro post e tu potrai infastidirti nuovamente, mi lascerai un nuovo commento acido e andremo avanti in loop. 🙂
Mario
Sembra il commento di un bigotto infastidito da un’ironia viva e pungente. E sembra oltretutto che tu abbia estrapolato dall’articolo solo ciò che ti serviva per poterlo criticare.
Lo provochi mandandolo a farlo in motocicletta anche se lui sconsiglia addirittura la bicicletta; gli contesti di essere interessato solo ad arrivare a Santiago quando lui stesso definisce scorretto il comportamento di chi fa solo gli ultimi 100 km; predichi umiltà ma gli hai dato dello stupido, dell’incapace e dello sfaticato. Ma che razza di persona sei? I bigotti come te, esseri chiusi e rigidi che giudicano gli altri dall’alto, portano solo male nel mondo.
Sei riuscito a rendere velenosa la lettura di un articolo divertente e brillante.
stailuan
Ciao Mario, dalle prime righe pensavo che anche tu ce l’avessi con me 😀 invece stavi rispondendo ad un altro lettore 😀
giusto ieri dicevo a un mio amico che queste righe che ho scritto anni fa sul Cammino rappresentano i lpost che mi ha portato più insulti nella storia del blog.Va così, quando si tocca la religione son danni 😀 Io ho dato la mia visione, non è detto che sia la realtà, poi ognuno reagisce a modo suo 🙂
pannok
sai che nella prima pic (…ok, avevi 25 anni, ma andiamo oltre…) somigli tantissimo a Bossari mentre fa i servizi per Mistero? qualcosa tipo:
“Ecco amici, (pausa) mi trovo qui sul kilometro 0 per percepire l’energia (pausa), l’amore (apusa), lo scopo (altra pausa) e il mistero di questo cammino che è stato costruito da (pausa) antiche civiltà (pausa più lunga) o forse dagli alieni…”
stailuan
ero giuovane e bello *__*
ero anche magro perchè avevo perso un pochi di Kg per strada 😀
eh comunque si, ero andato in cerca di teschi *___* 😀
pannok
ma hai trovato tracce di cavalieri templari? cerchi nel grano? cospirazioni aliene? foto? video? un gelato? *__*
stailuan
non ricordo, è passato troppo tempo, dovrei andare a riguardare le foto 😀
mipan78
Bel post, curioso di sapere come è andata a finire.
Tuttavia credo che abbia ragione chi dice che è più importante il viaggio che la destinazione. E’ una metafora della vita, che ti mette di fronte a te stesso e al tuo modo di reagire, di decidere. Se bari è inutile.
Ricordo una mia amica che mi invitò a cena per raccontarmi il suo viaggio. rimasi con il primo boccone sulla forchetta e la bocca aperta per tutta la sera, tanto era interessante e piacevole ascoltare la sua storia.
Un po’ vi invidio.
stailuan
Ma guarda, non è un discorso di barare, qui per non essere troppo lungo con il post ho omesso parti che magari possono essere importanti. Il discorso è che in trenta giorni in cui ti fai 30 km di cammino ogni giorno con un sacco sulla schiena accadono molte cose. Io arrivai ad un punto in cui avevo un ginocchio che non mi si piegava quasi più e feci due tappe arrancando sul bastone (la cui punta metallica arrivò a Santiago smussata!). Di conseguenza se per una o due tappe ti fai mandare avanti lo zaino per recuperare un poche di energie non credo sia barare. Sinceramente non credo sia barare nemmeno se lo fai tutto senza zaino, ma son punti di vista insomma, dipende come uno lo vive. Ho visto molte persone farlo per sport, solo per mettersi alla prova “oggi faccio 45 km”, “domani proviamo a farne 50” e viverla veramente male. Però non è detto che neanche quello sia sbagliato, magari per loro era un’esperienza puramente sportiva.
Ho voluto portare sollo alla luce alcuni aspetti di cui veramente nessuno parla, perchè nelle guide e nei vari Forum veramente si sottolinea la grande esperienza umana e spirituale e si mettono da parte tutte le eventuali pecche che, come in tutte le cose, ci sono 🙂
mipan78
concordo, spesso le guide delle cose scomode non parlano, a testimonianza del fatto che chi le scrive non ha nemmeno tentato
stailuan
Ma in realtà ci sono anche molte guide scritte da personaggi che hanno fatto il Cammino, ma l’intento è quello di invogliare gli altri a farlo e quindi molte cose sono omesse. Oppure forse hanno provato solo sensazioni positive. Io lo calcolo una delle esperienze migliori della mia vita, ma ci son state anche molte cose diciamo “fastidiose”. Il discorso che probabilmente il corpo di San Giacomo non si trovi a Compostela è quasi inutile in realtà (anche se grave in quanto porterebbe a una bugia alla base di tutto) però mi sembrava giusto riportarlo perchè quando sono emerse le cose che ho scritto consultando vari libri, io ci sono rimasto veramente di stucco 😀
Leandro
tutto ciò e ti lamenti dell’Energy?
stailuan
ci sono i pro e i contro in tutte le cose 😀
danimax
Invece io trovo splendido l’essermi imbattuta in un Cammino di Santiago raccontato da questa prospettiva.
Ma… la promessa continuazione della storia, a quando?
stailuan
Non saprei.
Mi serve ispirazione e forza di volontà, perchè toccare questi argomenti in questo modo significa andare incontro a un sacco di lamentele da parte di terzi e non ne ho seempre la forza 🙂
Valentina Gattei (@Valuita)
Pagherei per vederti fare di nuovo il cammino, ma in quel caso lo zaino sarei io perchè credo di essere l’essere più pigro sulla faccia della terra… Dopo 300 metri di passeggiata inizio a rallentare talmente tanto che una tartaruga mi guarderebbe (giustamente) con sdegno 🙂
stailuan
ma no dai, vedi ben che prendi il ritmo anche tu e lo fai tutto.
Magari ci metteresti due mesi anzichè i canonici trenta giorni, ma ce la fai 😀
Perchè fare il Cammino di Santiago | Pensieri & Caffelatte
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Stef
Ciao,
Io sinceramente penso che il cammino debba essere prima di tutto un’esperienza personale. Ed individuale deve essere la scelta di come farlo bici a piedi o a cavallo, dormendo in tenda o in una stanza privata o con altre 50 persone. Così come nessuno ti dovrebbe giudicare per l’andatura così credo che lo stesso spirito di apertura mentale sia quello di accettare l’altro senza nessun pregiudizio nemmeno quello dello zaino. Per esempio per una persona per nulla sportiva magari può essere già un’esperienza e un successo percorrere 100 km anche senza martoriarsi con lo zaino.
Concludo dicendo che ho apprezzato il post verso questi blog “puristi” ed esaltati in cui si trovano istruzioni per sopravvivere…non credo che ci siano molti martiri che percorrono il percorso e in più ricordiamoci che la superbia è peccato!
Cami
Beh, io partirò martedì, per la prima volta. Ho deciso di partire per caso, non perchè fagocitassi l’idea da anni di farmi il pellegrinaggio. Dopo essermi imbattuta in un cartellone, tipo agenzia di viaggi, che sponsorizzava un viaggio organizzato lungo la prima tappa, mi sono informata meglio (mea culpa, magna culpa, non sapevo granchè sulla cosa, a parte che “el camino” era un pellegrinaggio cristiano 😀 ), classico esempio di “peregrinaggio online” (con tappa n.1 wikipedia-immagini di google) ho iniziato a meditare sulla valenza che tutto questo poteva avere per me. Dico, giusto giusto per darsi un paio di risposte a un paio di domande. Parto speranzosa, spero che le vesciche non mi facciano ammattire, o che le mesetas non mi facciano impazzire – cosa che reputo più probabile! Ad ogni modo, per quel che mi riguarda, non sono stata io a cercare il cammino, ma forse è stato lui a cercare me. E mi ha cercato in un momento in cui sono decisamente fuori forma, c***djhfvmnqo!
C.
stailuan
Beh che dire: buon Cammino Cami 🙂
Nessuno nasce “imparato” come dicono in alcune parti d’Italia, ci si informa, ci si interessa e poi qualcosa alla fin fine lo si apprende :)ù
Il Cammino di Santiago resterà un’esperienza unica e assolutamente personale per la tua esistenza, stanne certa.
A presto!
Ho corso alla staffetta Telethon | Pensieri & Caffelatte
[…] tenuto “in caldo” da una qualche forza divina. Un poco come una sorta di Compostela dopo il Cammino di Santiago. Avrò ragione? Assolutamente […]
Alessandro di Altamura
sto rigirando il tuo link ad un po’ di peregrinos…. bellissimo, verissimo, simpaticissimo…. ma nonostante ciò, il Cammino è una gran figata!!! ora sono a 110 km da Santiago…. buen camino 🙂
stailuan
Buon Cammino a te amico!
Per me ormai sono passati 10 anni, ma il ricordo è ancora forte. Forse tornerò a farlo, forse no: lo scopriremo. Sono cose che secondo me vanno più “a chiamata” che a scelta, ad ogni modo suppongo che ormai tu sarai arrivato. Grazie per il commento e a presto! 🙂