Pericolo, cibo, sesso e l'immagine perfetta per instagram.

Se volete riuscire ad attrarre numerosi like o visite ai vostri siti bisogna tener conto di alcuni fattori fondamentali per catalizzare l’attenzione dei naviganti.
Tra questi vado ad elencare:

  • Cose in movimento
    (video o banner lampeggianti)
  • Storie
    (parlare di una cosa magari noiosissima ma introducendola come “vi racconto di quella volta che“)
  • Immagini di persone
    (specialmente con volti che ci guardano)
  • Immagini relative al cibo, al sesso e a eventi pericolosi. 

Tutto questo perchè?
Se andiamo a leggere il libro “Neuro web design. L’inconscio ci guida nel Web” lo scopriremo. Siccome nessuno ha voglia di leggere vi faccio io un riassunto di ignoranza della teoria riportata.
No, non sto facendo una marchetta a nessuno, semplicemente oggi non avevo altri argomenti e questo mi pareva interessante.
Insomma la teoria vuole che noi non abbiamo un solo cervello, bensì tre. E calcolando che io pensavo di non averne neanche uno, di per se questa è già una notizia bomba che da un senso alla mia giornata.
Ad ogni modo questi tre cervelli vi rendono una sorta di cerbero intelligentissimo, ma a cosa servono?

  • New brain
    Consapevolezza, logica e ragione.
  • Mid brain
    Elaborazione delle emozioni.
  • Old brain
    Sopravvivenza. Chiamato anche cervello rettile

Chiaramente noi siamo interessantissimi al cervello rettile che è quello che ci permette di dire cattiverie grazie alla lingua biforcuta e di strisciare in mezzo alle vecchie per rubare i posti in fila alla cassa.
In realtà questo cervello mega-vecchio si è sviluppato agli albori dell’evoluzione e andava a rispondere a domande banali ma non ovvie del tipo:

  • Posso mangiarmelo?
  • Posso farci sesso?
  • Sarò ucciso da questa cosa?

Più modernamente potremmo chiamarlo anche “cervello Homer Simpson“.
Ad ogni modo funzionava perchè se non mangiamo non restiamo in vita, se non facciamo sesso non perpetriamo la specie (boh, sarebbe anche meglio) e se la suddetta cosa ci secca è game over a meno che non prendiate 1up su Super Mario Bros.
Poi niente, ci si è evoluti e si sono sviluppate anche la logica, le emozioni etc resta il fatto che nel nostro sistema operativo c’è sempre questo rettiliano che girella di default e quindi non possiamo resistere a determinati stimoli.
Quindi la prossima volta che al semaforo vedrete un mega botto e, come sempre, voi vi girerete a guardare e la vostra morosa vi ammonirà avrete qualcuno a cui dare la colpa: è il cervello rettile, che dall’alto della sua ancestrale esperienza vi dirà “stai attento, è una cosa che può portare un qualche pericolo a te?“.
Da qui è facile capire anche il botto di like che prendono su instagram le foto di tette e quelle di cibi impiattati.
Restano irrisolti il caso “foto dei piedi” e quello “gattini”, anche se i secondi evidentemente generano emozioni che io non provo a causa della mia allergia devastante, quasi mortale. per il pelo felino.
Ad ogni modo vi ho tirato tutto questo mega pippone per arrivare a cosa? Per arrivare a scattare la foto perfetta che vi porterà carrettate di like, followers e verrete ricordati per secoli nell’olimpo degli instagramers.
Basterà che andiate in spiaggia a fotografare una vostra amica gnocca che si crede fashion blogger (fattore sesso), ma in realtà sappiamo essere solamente un poco zoccola. Mentre le farete lo scatto sarà sufficiente che sullo sfondo compaia Ghostface (fattore paura) intento a mangiare un panino (fattore cibo) sul quale sono posti dei gattini (fattore emozionale).
Ci siete riusciti? Boia, è una combo paura questa eh, piovono like manco ci fossero gli #instamonsoni.
Ottimo avete sfondato, siete appena diventati i king della comunicazione tramite immagini, ricordatevi di me quando sarete famosi.
Enjoy
foto perfetta instagram
NB. Gli scontorni sono fatti a ca**o, ne sono consapevole, ma l’immagine vuole solo essere un esempio.
follower instagram libro

One Comment

Chiacchiere da Taverna | Amami coccolami e condividimi
Ottobre 4, 2013 9:17 am

[…] giorni fa leggevo un interessante articolo dell’amico Andrea Antoni (che vi consiglio di leggere quì) al termine mi sono posto un quesito. Come è possibile che determinate immagini in un contesto […]

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