Deliri notturni sulla progettazione grafica, da parte di un freelance sull’orlo (e ormai anche molto oltre) di una crisi di nervi.
“Mi serve una proposta grafica”.
Per quando? Per ieri? No per la scorsa settimana.
Oramai anche ieri é troppo tardi: di base c’é sempre una costante frenesia causata da una mala organizzazione altrui che poi si riversa su di te. E tu senza colpe particolari ti trovi di colpo nella melma. E le bozze le devi mandare subito. Ma di corsa eh.
“Ma devo inserire anche questo? E quell’altro?”
Tu manda, veloce: non c’é tempo. Bisogna fare.
E tu fai, non si sa bene cosa, ma di corsa. E lo fai anche benino, nonostante tu non abbia piena coscienza di cosa tu stia realizzando. Peró nonostante tutto sembra funzionare.
Hai preparato la bozza ma non puoi spedirla ancora, perché si é consolidata l’usanza delle tre proposte. Tutti sanno che nella stragrande maggioranza dei casi le tre proposte sono fuffa. E forse lo sa anche il cliente, ma sono contenti così.
Solitamente il grafico lavora appassionatamente su una versione fino a quando questa é bilanciata, corretta e finita. A questo punto la modifica un poco e crea la versione due. Poi questa la incasina a caso e realizza la tre, che poi é quella che il cliente sceglierá.
E non tiriamo fuori la “legge di Murphy” per spiegare sempre tutto: ormai ha smarmellato i maroni piú del “carpe diem”. La scelta ricade sulla versione peggiore per pura ignoranza.
E ad ogni modo poi bisogna fare le modifiche.
Modifiche su modifiche. E veloce. E il veloce diventa un lasso di tempo totale lunghissimo tra modifiche, controlli, richieste di variazioni e nuove modifiche. E tutto perché non c’é stata una fase progettuale.
Che figata la progettazione: me ne parlavano sempre a scuola.
“Prima di progettare al computer guardate libri, fate disegni su carta, fatevi una idea si massima e poi solo a quel punto progettate al pc”.
Che poi a me progettare su carta non piaceva perché non disegno bene. Ad ogni modo ricordo che collaborai con degli studi dove ci si trovava, si parlava e si perdeva anche una mattinata a fare scarabocchi. E si riempivano fogli di segni clamorosamente incomprensibili. Che peró volevano dire tutto.
Poi ti mettevi al computer e il lavoro veniva da se. E alla fine facendo il conto totale, in molto meno tempo e con molta meno ansia di come vorrebbero,farti lavorare i clienti.
Ora invece é bolgia assoluta e corsa frenetica fino alla consegna.
Poi ci sarebbe anche la fattura. Vabé ma quella te la paghiamo a 30, 60, 90 giorni fine mese. Ma in realtá ti pagheremo se e quando ne avremo voglia. Che é questa frenesia: stai tranzollo ragazzo e va a dormire. Sono ormai le due e domattina un’altra giornata cosí andrá a ricominciare.
No Comments