Floating Graffiti

Nel mese di luglio 2019 ho avuto il piacere di partecipare all’evento Beach & Love, in-formazione con l’infradito tenutosi presso Attilio Beach di Milano Marittima.
Nell’occasione mi è stato richiesto di tenere un piccolo intervento circa Instagram creativo e il mio progetto #STAILtone ma, soprattutto, di realizzare un’installazione sulla spiaggia.


In teoria il mio “floating graffiti” avrebbe dovuto essere molto più grande ma il forte vento presente in giornata non ha reso possibile la realizzazione di una superficie più estesa.
Quello che ho fatto è tendenzialmente semplice: ho teso della plastica trasparente per imballaggio (assomiglia a quella per alimenti, ma è più resistente ha una maggior larghezza) tra due pali e ho creato una sorta di parete trasparente da dipingere.

Non ho inventato nulla, sia chiaro, dipingere su pellicola ormai non dico sia abituale ma – sicuramente – non è più una novità.
I primi graffiti realizzati su questa superficie li vidi circa 7-8 anni da nel nord Europa (Svezia e Danimarca) e poi, pian piano, si sono iniziati a vedere un poco ovunque. Gli intenti iniziali però erano differenti: era semplicemente una superficie a basso costo (molto più basso rispetto ad un pannello) su cui dipingere o senza il bisogno di chiedere permessi, o in occasione di alcune manifestazioni. Quando si dipinge in occasione di alcuni eventi, infatti, tendenzialmente non ci sono pareti a disposizione e quindi si utilizzano i pannelli. Il problema di questi ultimi, però, è che hanno un costo spesso non trascurabile e che una volta dipinti non si sa dove stoccarli, in questo modo si abbattono entrambi i problemi: i costi sono di gran lunga inferiori, a fine giornata di appallottola tutto e si butta via. Certo, è poco romantico, ma è comunque meglio che veder marcire una propria opera dimenticata in uno scantinato.

Da questo primo approccio si è passati in breve tempo al passo successivo: se la parete è trasparente vedo quello che sta dietro, se per la prima volta nella storia posso dipingere un graffito su un muro trasparente, allora posso concepire un’opera che interagisca con lo sfondo.
E così hanno fatto in molti, e ho fatto anche io.

Il “floating graffiti” realizzato a Milano Marittima vede semplicemente due barchette, una celeste e una rosa, che se fotografate dalla giusta angolatura navigano sul mare Adriatico.
L’opera che si andrà a fotografare sarà sempre unica perché, momento dopo momento, andrà ad interagire con l’ambiente circostante che è mutevole (tra condizioni del mare, presenza di nuvole, arrivo del tramonto), permettendo quindi la creazione di uno scatto sempre nuovo.

Inoltre, con un installazione di questo tipo, si va a creare una situazione “innovativa” per il pubblico, un piccolo luogo di interesse, che si presterà ad essere fotografato e condiviso sulle piattaforme social, portando le persone a fare un involontario tam-tam mediatico sia dell’opera che della località turistica che la ospita.
In pratica si fornirà alle persone un modo semplice per ottenere un’immagine particolare e divertente, che possa permettere loro di avere una condivisione piacevole senza che debbano avere delle competenze specifiche grafico-compositive. Al netto che l’inquadratura sia corretta, cosa ovviamente non scontata.
In pratica stiamo andando ad incanalare verso quello che vogliamo noi, il principio della condivisione dei gattini (non ho competenze a livello creative ma voglio postare qualcosa di carino, senza impegno).

La durata di installazioni come queste è chiaramente aleatoria: si va da una giornata a un paio di giorni: la tensione della plastica diminuisce, il vento la fa vibrare e questo fa scrostare il colore. La rimozione dell’opera per il suo spostamento è pressoché impossibile, ma comunque non nasce per essere portata altrove.

Se vi piace l’idea, se volete un’opera similare (non uguale) in cui venga dipinto un soggetto che interagisce con lo sfondo, sono a vostra disposizione.
Potete contattarmi senza problemi a questi recapiti:

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