Tre giorni nelle Fiandre

Insomma succede così: prendi un aereo e in un’ora e mezza sei lontanissimo da casa. A Bruxelles: dove tutti parlano strano, mangiano patate fritte a manetta, il cielo è grigio, i treni arrivano puntuali e tu non sai dove sia la tua valigia.
Un’ora e mezza non è niente a pensarci bene: è più o meno il tempo perso quando ci si mette al computer dicendo (e mentendo a se stessi) “controllo un attimo la posta e le notifiche”.
Insomma nel tempo medio di una mia mattina di cazzeggio potrei andare ogni giorno in Belgio. Not bad.
Poi non so dirvi se il Belgio sia particolarmente vicino o io cazzeggi troppo (suppongo la seconda), però ogni volta che faccio un viaggio mi auto-smadonno esortandomi a farne più spesso, poi però torno a casa e mi invischio a controllare facebook.
Scriverò un post più elegante e comprensibile su questo mio viaggio (no), ma intanto vi lascio un pochi di pensieri sparsi su questa epica tre giorni.

01 – Finlandesi

loituma
In aeroporto a Venezia ho sbagliato la fila per l’imbarco e stavo per andare a Helsinki. Che poi non sarebbe stato neanche male, suppongo. Ad ogni modo, ho potuto vivere l’esperienza di veder sclerare una madre finnica per colpa della figlioletta “irrequieta”. Per rimproverarla sono sicuro che la madre stesse cantando la loituma (però non aveva alcun porro in mano, peccato. L’avrà dovuto lasciare giù prima di passare il controllo bagagli).

02 – Aeroporto di Bruxelles

L’aeroporto di Bruxelles è devastantemente grande: copre tipo la distanza che separa casa mia dall’aeroporto di Trieste. L’ho percorso due volte in su e in giù cercando la valigia perché, dopo aver attraversato 60 gates, mi sembrava impossibile dovessi recuperarla così lontano. E invece era così.
Nel frattempo sono riuscito ad abbonarmi a un servizio che ti dava internet gratis per 30 minuti, cosa che al ritorno (con mente tranquilla) non sono riuscito a fare.

03 – Internet e wi-fi

Al nord ci sono ovunque i wi-fi. Dicono.
Sì, ‘sto cappero: ce ne sono a manetta e tutti chiusi. Oppure puoi fare degli abbonamenti per gli hotspot che in cambio del servizio ti chiedono di ricevere un anno di offerte promozionali, l’anima o un rene in contumacia.
In un ristorante abbiamo chiesto la password alla cameriera ottenendo di vederla sparire e mai più riapparire.
Houdini.

04 – Meteo

gent_tour_boat
In Belgio piove sempre: lo avevo già sperimentato.
Però non è che la mia regione, il Friuli Venezia Giulia, sia la terra promessa con il sole 360 giorni l’anno e le californiane bionde che prendono il sole sul mio terrazzo. Quindi tanto vale andare in Belgio.
Di positivo c’è che non piove tre mesi di fila (come a Gorizia — ndA), ma in una giornata si susseguono le 4 stagioni con almeno 5 rotazioni totali. Nel suo è anche interessante.
In foto vedete la testuggine di ombrelli che abbiamo creato per difenderci dall’arrivo di un repentino nubifragio durante il nostro tour in barca.

05 – Piste ciclabili


Onestamente non ci ho capito una mazza.
Mi hanno dato una bici in mano e io, onorando Tafi (vincitore della Parigi-Rubaix), ho pedalato affrontando il pavé in modo temerario. Ma di piste ciclabili non ne ho viste. C’era una striscia di pavé rosso che io avevo battezzato “pista ciclabile” perché tutte le biciclette la percorrevano, poi quando un’automobile ha cercato di piastrarmi percorrendo anch’essa quel lembo di carreggiata, ho dovuto rivedere le mie teorie.

06 – Sup

stand up paddle
A Gent, mentre facevo il mio bel giretto in barca (con il solito guidatore che se lo vedi in faccia non gli dai un centesimo ma poi parla fluentemente 18 lingue, switchando da una all’altra manco facesse zapping su una televisione satellitare), ho visto 5 temerari con il sup.
Avevo pensato che effettivamente sarebbe stato possibile visitarla con un’epica attraversata sulla tavola, ma in realtà non ce ne sarebbe stato il tempo.
Prossima volta.

07 – Patate Fritte

patatine fritte bruxelles
Patate fritte a carrellate, patate fritte ovunque: tantissime patate fritte.
Felicità a manetta e futuro (del fegato) incerto.
Mi hanno servito le patate fritte anche assieme alla tartara, cosa che io credevo un abominio; ma per la regola: amo la tartara, amo le patate fritte, + e + fa +, amo anche questa accoppiata.
Le patate fritte li sono un’istituzione come per noi la pizza: te le servono in coni di carta o di cartoncino, di diversi formati e con salse di vario tipo. Ho visto anche un conetto assemblato in modo da avere uno scomparto separato per le salse, per non rovinare la fragranza delle patatine: un packaging che vince tutto.
Eroi.

08 – Brasile2014

belgio - argentina
Sono arrivato a Gent il giorno in cui il Belgio giocava i quarti di finale dei mondiali contro l’Argentina: una cosa storicissima. La nazione si è fermata in modo quasi totale. Sì, ok: noi in Italia siamo abituati a questi blackout calcistici, ma lì era ancora peggio perché l’evento era epocale. Avessero vinto, penso che non sarei sopravvissuto alla notte di festeggiamenti. Però hanno perso.
E secondo me gli ho portato una sfiga clamorosa.
Scusa Belgio, ma io ti voglio bene, non volevo.

09 – Street Art

street art gent
Fondamentalmente sono stato spedito ad Anversa e Gent per portare testimonianza dell loro progetto di promozione turistica della città anche per quanto riguarda la streetart e il graffiti-writing. Vedete infatti che report curato ne sto scrivendo? Arriverà dai, con un attimo di calma.
Il sunto comunque è che sono molto avanti: per il solo fatto di avere un tour dei graffiti cittadini promosso direttamente dall’ente turismo con tanto di mappa delle location. Esistono cose similari anche in Italia: penso all’esempio di Frontier a Bologna (per il 18 luglio è previsto un instameet, per più info seguite l’hashtag #frontierbo), dove onestamente il livello qualitativo è molto più elevato nonostante in Belgio possiate vedere quattro lavori di Roa. Però quella che stanno facendo è una cosa veramente molto bella e quindi tanto di cappello.

10 – Overbooking

La compagnia aerea aveva fatto mega-overbooking del mio volo e mi hanno offerto albergo, volo il giorno dopo e 150 euro per lasciare il posto a un altro.
Ho rifiutato.
Non chiedetemi perché, sono 48 ore che continuo a ripensarci e non me ne capacito.

3 Comments

Fiandre Streetart | Andrea Antoni
Luglio 14, 2014 10:55 am

[…] in modo più approfondito sul sito di instagramers italia, oppure in modo più ironico sul mio blog Pensieri & Caffelatte. […]

Be Happy Project » Be Happy Fiandre
Luglio 16, 2014 10:35 am

[…] graffiti. I resoconti del viaggio li trovate sul sito di Instagramers Italia (post serio) e Pensieri & Caffelatte (post ironico). Poi chiaramente non potevamo fare a meno di contribuire alla streetart locale: ecco […]

La porta del bagno magica | Pensieri & Caffelatte
Luglio 23, 2014 1:59 pm

[…] vi ho scritto in precedenza in un altro post, poco tempo fa sono stato spedito nelle Fiandre per documentare la situazione della streetart […]

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