Tartarughe a Monfalcone

Quando iniziai ad uscire con il sup ero una tabula rasa in tutto: dalla tecnica di pagaiata, alle competenze generiche sul mare a quelle specifiche della zona.
Ora continuo ad esserlo, ma un poco meno.

Mare

Nonostante abiti a Monfalcone, città che si affaccia sull’Adriatico e che vive a stretto contatto con il Cantiere Navale, il mio rapporto con il suo mare è stato a lungo praticamente nullo. Un poco perché nella mia famiglia nessuno ha la barca (cosa abbastanza strana per la zona), un poco perché solitamente d’estate andassimo in vacanza a Lignano, aggiungiamoci che il pensiero medio dei locals è che “Marina Julia è la spiaggia delle pantegane” eccoci ottenere per risultato che fino a 30 anni è stato come se vivessi in piena Pianura Padana.
Poi, ad un certo punto della mia esistenza, ho iniziato a vivere in simbiosi con il mare: uscite in SUP durante tutte le stagioni mi hanno insegnato ad apprezzarlo nelle sue varie sfaccettature e a conoscerlo nel mutare del tempo. Amare il mare estivo ci sta, ma è riduttivo. Amare il mare della Puglia e della Sardegna ci sta, ma può essere razzista. Ho imparato che il mare lo si ama sempre, e lo si ama tutto (riconoscendone le date differenze), altrimenti ci si riempie la bocca di acque cristalline semplicemente per cercare di creare invidia nei conoscenti.

Tartarughe

tartaruga-adriatico
Venne il giorno che il mio amico Antonio disse “Ieri go visto una tartaruga!“.
La mia risposta fu quella standard di tutte le persone che non avendo un’imbarcazione il mare lo vivono solo dalla spiaggia e quindi figuriamoci se hanno mai visto una tartaruga nell’Adriatico.
Ma va, non ci sono tartarughe qui“.
E invece ce ne sono un botto.
Dovetti arrivare alla mia seconda estate di sup per vedere finalmente la prima tartaruga della mia vita. Una testa grande almeno quanto il mio pugno uscì dall’acqua per respirare, poi si vide pure il carapace (eliminando ogni dubbio sulla tipologia di avvistamento), poi ciao, immersione e sparizione.
Ci rimasi di sasso.
Da quel momento, in concomitanza con l’aumentare dei miei allenamenti, gli incontri divennero cosa quasi normale anche se in un mare in cui si abituati a vedere al massimo qualche medusa, la comparsa della sagoma di un qualcosa sotto alla tavola induce sempre un attimo di panico (squalo? mostro? morte?), che poi lascia il posto alla totale ammirazione per questi splendidi animaletti. Che a volte sono veramente grandi.
Nella mia ignoranza ho creato una scala di grandezze tramite i diametri dei sanitari: abbiamo la tartaruga grande come un bidet, quella come un lavandino e quella come mezza vasca da bagno. Una scala di grandezze assolutamente casuale che però ti fa capire che, alla fin fine, tanto piccole non sono.

GoPro

tartaruga-caregoni
In un’epoca in cui tutto viene riversato nei social e, rivestendo io una professione legatissima a questo mondo, strideva in modo assoluto la mancanza di una foto di questi amici acquatici. Inizia così una lotta durata tre anni, durante i quali ho provato di tutto. Foto con smartphone e foto con GoPro. Ho messo la camera al polso, sulla tavola, sul petto, sulla pagaia in tre diverse posizioni, su un selfie stick e sulla testa, ma il problema era sempre lo stesso: la velocità. Le tartarughe che riesci a fotografare sono quelle che ti passano sotto alla tavola, dal momento dell’avvistamento a quello della loro sparizione è un attimo: in questo attimo tu devi capire che non si tratta di una bestia che vuole ucciderti, riconoscerla come tartaruga, prendere in mano la camera (o comunque farla partire) e… ciao è scappata.

Il dramma

caretta-caretta-monfalcone
Lo scorso anno ho vissuto un momento in cui sono passato dalla gioia alla disperazione nel giro di pochi attimi. Pagaiando vicinissimo alla riva, in un fondale non superiore ai 70 cm sono passato sopra ad una tartaruga che dormiva. O se non dormiva stava li, ferma, in sciallo epico. Ho avuto il tempo di tornare indietro, prendere la camera, accenderla, metterla sotto acqua e filmarla sia finché è rimasta ferma che quando si è messa a nuotare. È stato tutto bellissimo, un sogno, finché non ho tirato la GoPro fuori dall’acqua e l’ho spenta.
Scoprendo di averla accesa in quell’istante.
Non avevo filmato niente.
C’est la vie. Ma anche no.

L’epilogo

tartaruga-monfalcone
In una mattinata di acqua epicamente piatta ho scorto molto lontano da me delle ondine che si muovevano per conto loro. Potevano essere dovute a qualsiasi cosa (date le mie non competenze nautiche): pesci, un mostro, un miraggio, una tartaruga.
Arbitrariamente ho deciso fossero la scia di una Caretta caretta e mi sono messo all’inseguimento. Non che sia stato un vero inseguimento: la tartaruga andava per conto suo e io cercavo di raggiungerla.
È andata così per un paio di chilometri finché è emersa poco avanti a me, probabilmente mi ha visto, è tornata sotto e si è fermata. A questo punto riprenderla è stato relativamente semplice anche se, un poco per l’emozione un poco perché sono scemo, il risultato finale non è di immagini particolarmente eccelse.
Ad ogni modo, a pochi giorni dal mio compleanno, è un bel regalo concessomi dal mare. Il tormentone della foto alla tartaruga è finalmente finito, ora possiamo iniziare a cercare di farne di migliori per poi passare ad altri animali. Che ne so, tipo allo squalo avvistato pochi giorni fa a Trieste. Beh no dai, restiamo alle tartarughe che le preferisco.

3 Comments

Sharon
Novembre 15, 2016 10:42 pm

Hi Andrea,
Really like your feeds on instagram.
We would love to cooperate with you.
Regards,
Sharon
Team Fit Ocean SUP

stailuan
Novembre 16, 2016 9:26 am

thank you so much Sharon 🙂
send me an email to info AT andreaantoni .it (as I wrote on instagram) so we can speak better 🙂
You are welcome ^_^

Tartarughe ovunque | Pensieri & Caffelatte
Agosto 30, 2017 12:39 pm

[…] tutti sanno che nel nord dell’Adriatico ci sono le tartarughe caretta-caretta, e pure molte. Io stesso non ci credevo, non avendole mai viste prima di iniziare ad uscire con il […]

Leave a Reply

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.