Instagram e Progettualità: Pantonesmoothies

Da anni, ormai, insegno l’utilizzo base di Instagram, le buone prassi, ma soprattutto le metodologie per puntare ad avere una buona presenza on-line, in modo tale di parlare nel migliore dei modi di se stessi, ma risultando anche originali e quindi meritevoli da seguire. Questo è molto semplice da scrivere, molto meno da realizzare ovviamente. È chiaro che ci sono persone più creative o predisposte all’utilizzo di questa piattaforma ma, bisogna dire, con costanza e applicazione chiunque può arrivare a un livello comunicativo dignitoso.
In questo post ti parlerò di @pantonesmoothies, profilo di un art director americano che non conosco personalmente, ma porto con me da anni nelle slide come case history interessante a livello di utilizzo di questa applicazione.

Progettualità


Alla base della maggior parte dei profili di successo c’è una progettualità, che emerge a volte in modo chiaro, altre meno. Diciamo che per caso uno diventa famoso poche volte, e anche in questi contesti parlare di “caso” è solitamente riduttivo.
Tornando al caso in questione, quello che notiamo di primo acchito aprendo questo profilo sono il colore ed il rigore: ogni riga appare infatti di un colore diverso e il risultato finale fornisce un impatto molto allegro ed ordinato. Con un’analisi un poco più approfondita, però, notiamo che l’ordine ha anche un certo ritmo: non è un profilo composto solo da righe colorate, ma l’ordinamento è dato anche da colonne tematiche. Infatti vediamo che in tutte le foto della colonna di sinistra appare un frullato fotografato dall’azimut, nell’immagine centrale appare una composizione ordinata dei suoi ingredienti (che va a rimandare all’hashtag ormai un poco old school #thingsOrganizedNeatly) e a destra compare sempre il colore Pantone di riferimento. Un loop che va avanti a gruppi di tre immagini, fornendo più informazioni sullo stesso prodotto, creando un profilo ordinato e sicuramente diverso dalla maggior parte degli altri.

Limiti


È chiaro che un profilo del genere non può andare avanti con la classica logica del postare “una foto al giorno” o”tre foto alla settimana” (tanto per capirci): quando si posta qualcosa di nuovo devono essere pubblicate in rapida successione tre immagini, altrimenti la composizione della griglia finale che vedremo nel profilo andrà rompendosi. La limitazione superiore è il pensare di non realizzarlo per questo motivo: dobbiamo iniziare a pensare a una fruizione di Instagram differente, che vada oltre dai soliti schemini, per presentarci in modo diverso.

Più progetto, meno foto


È comunque evidente che un lavoro di questo tipo tiene a mente il fatto che la singola foto ha meno importanza del progetto finale. Non fraintendiamo: le immagini pubblicate non sono “brutte”, ma non sono nemmeno di grande impatto analizzate singolarmente. Sicuramente quella con il colore Pantone che appare nella colonna di destra, decontestualizzata dal profilo, non avrebbe grande successo. Dobbiamo però provare a pensare che Instagram non sia necessariamente il luogo dell’immediatezza, in cui io pubblico una foto e vado a ricevere un tot di like e di commenti: può essere anche un portfolio statico nel quale io dichiaro la mia professionalità tramite un profilo ben definito, che non prosegue in una vita di pubblicazioni, può chiaramente essere mutato in qualsiasi istante, ma tendenzialmente ha una finalità diversa. Un profilo

Portfolio


Ecco quindi che,  Instagram può diventare anche una sorta di portfolio, più o meno statico e facilmente fruibile. Anzichè rimandare le persone al proprio sito personale (scelta che comunque resta a mio avviso la più idonea), o inviare dei portfoli in pdf pesanti e spesso complessi da aggiornare, il ragionamento può diventare questo: moltissime persone hanno lo smartphone, una quantità incredibile ormai è presente su Instagram, quindi “hey, se vuoi vedere i miei lavori, puoi trovare il mio porfolio a questo @indirizzo“. Facendo così una cosa cool, utilizzando una piattaforma di tendenza, gratuita e diventando potenzialmente ritrovabile da molti.

Tempo

Il profilo in questione è fermo dal 2017 ma potrebbe essere portato avanti in ogni momento. Quando progetti un cammino su Instagram devi porti questa domanda :”Ok, l’idea mi piace tantissimo, ma la sua narrazione la completo dopo 8-9-20 immagini o sono in grado di portarla avanti ipoteticamente all’infinito?“. E questo non è un problema da poco. Idee meravigliose magari si completerebbero nell’arco di troppo poco tempo, inibendo una coerenza progettuale. A meno che il progetto non sia una cosa che vada a completarsi come un profilo di questo tipo. Questo profilo è rigido nell’impostazione (righe e colonne), ma molto duttile perché cambio colore ho una riga nuova, cambio elementi e posso utilizzare magari un colore già usato senza diventare ripetitivo, ma il suo essere ben preciso appagherà l’occhio senza risultare banale.

Finalità


Il fine non devono essere mai followers o i like fine a se stessi. Quelli possono essere il risultato di una buona presenza sulla piattaforma, come no, ma la loro folle importanza è data molto spesso da una inappagabile voglia di celolunghismo social. Chiunque, attaccando un bot e restando tutto il giorno su Instagram a lasciare like e commenti, può ottenere buoni numeri, ma domandati sempre cosa ne sarebbe di questa persona una volta spenti i server. Essere famosi su Instagram non è come vincere a Monopoli, ma può diventarlo se non sai fare nulla oltre che giocare con gli algoritmi. Se invece riuscirai a mischiare bene la tua professionalità, ad una buona presenza on-line e -perché no – ad un utilizzo sapiente delle tecniche comunicative, sicuramente diventerà una parte importante del tuo lavoro. Caso a parte fanno, chiaramente, quelli di professione fanno i gestori di profili e si fanno pagare per farli crescere, in modo più o meno “legale”.

Nota a margine

Sia ben chiaro che non sono un entusiasta dei social network: ne vedo le potenzialità, le sfrutto, mi piacciono da matti, ma non sono un ambassador. Se la tua idea è  che Instagram sia una merda, io la comprendo a pieno e ti dò anche ragione, perchè stringi-stringi lo è. È tendenzialmente una mega bolla che prima o poi esploderà e lascerà un sacco di gente a casa ma, per il momento, esiste e vola alto nel cielo e quindi trovo giusto saper utilizzarla al meglio e trarne dei vantaggi. Quando andrà giù, useremo altro. Se non ci sarà nulla, andremo al mare, che è sempre una bella idea.

One Comment

andreaantoni.it
Giugno 11, 2019 2:27 am

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