Freelance e metodi di pagamento

Da sei anni lavoro come freelance e, fin dal primo giorno in cui aprii partita iva, continuo a non capire una cosa relativa al lavoro mio e dei miei “colleghi”. A dire il vero di cose non ne capisco moltissime, ma qui mi soffermerò su una in particolare.
Non capisco i metodi di pagamento, o meglio la concezione delle metodologie di pagamento da parte della maggior parte dei clienti.
Non toccherò neanche lontanamente l’oramai stranoto “pagamento in visibilità“, in quanto non ne ho mai sofferto visto che ho sistematicamente asfaltato tutti quelli che ai tempi cercarono di propormelo, potendo così vivere al di fuori da queste logiche illogiche e melmose. Scriverò di quelli che pagano. Si, perché alla fin fine anche in Italia ci sono quelli che pagano. Ciao “quelli che pagano”: vi amiamo. L’economia va avanti anche grazie a voi. Però potrebbe andare avanti meglio.
Mi spiego.
metodi-pagamento-freelance
È oramai chiaro che -volente o nolente- nella mente dei clienti esistono due tipologie di lavori che andranno a “subire” la successive metodologie di pagamento: quelli che devono essere pagati subito e quelli che vengono pagati quando cazzo si vuole.
Se tu vai a fare la spesa paghi subito, non tra 30 giorno. O a 60 giorni fine mese (quindi spesso alla fin fine passano anche 80 giorni). Se vai dal meccanico tendenzialmente paghi subito, altrimenti non porti a casa la macchina. Se vai dal dottore o smolli la pecunia seduta stante oppure non porti a casa il certificato medico.
Se un grafico ti realizza il logo, che ti serve come sempre per ieri, lo pagherai dopo-dopodomani. Forse.
Ma perché.
Il discorso non è legato nemmeno al fatto de “il cittadino privato fa la spesa e paga subito, le grandi aziende ragionano così e pagano tutto ad un tot di giorni fine mese“, perché le medesime aziende pagano il professionista a data da destinarsi mentre gli stampati che questo gli ha realizzato a seduta stante. Tra l’altro o in anticipo (tramite paypal, bonifico o altro) oppure alla consegna. Perché altrimenti o non glieli realizzano oppure il corriere non glieli lascia.
E quindi io dico che la soluzione è questa: non invierò più una fava via email, bensì ogni mio elaborato sarà inserito in una chiavetta usb, e inviato tramite corriere. Così come vengono pagate subito le minchiazze fritte che vengono acquistate su Amazzone, così pagherete subito anche le banane vettoriali che vendo io.
I corrieri come salvezza della libera professione e volano dell’economia.
(però la prossima volta se mi consegnate il libro che ho comprato integro e non gli fate cadere un asteroide sopra, sarebbe meglio, perché leggere da un origami non è il top)

PS.

Certo, esiste anche l’acconto sul totale: non so come siate messi voi, ma nel mio caso 4 preventivi su 5 che prevedevano un acconto sono finiti con una neanche risposta alla mia e-mail. Svelando le quindi ottime intenzioni che aveva il non-cliente.
È tutto molto bellissimo.
Hasta il #nofreejobs siempre.
 

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